AMBIENTE

Sacchetti biodegradabili o compostabili? Facciamo chiarezza!

Sacchetti-biodegradabili

I sacchetti biodegradabili hanno sostituito quelli in plastica da ormai 2 anni: la legge che ha introdotto queste buste nei supermercati e nei negozi di alimentari risale infatti al 2018. L’obiettivo è quello di eliminare il più possibile la plastica monouso, che come ormai sappiamo tutti rappresenta un problema di portata globale. Basti pensare alle terrificanti isole di plastica presenti negli Oceani: emblema di un Pianeta ormai alla deriva, che deve essere tutelato il più possibile.

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Isola di plastica: l’emblema di un Pianeta alla deriva

Quello che però in molti non sanno è che i comuni sacchetti biodegradabili, ossia quelli che vengono consegnati nei supermercati e nelle rivendite di prodotti alimentari, non si dovrebbero buttare nell’umido. Questo perchè sono realizzati con un materiale che ha tempi di decomposizione piuttosto lunghi rispetto agli scarti alimentari e rischiano di compromettere il ciclo di smaltimento dei rifiuti. Vediamo nel dettaglio come funziona e quali sono le cose da sapere.

Sacchetti biodegradabili: di che materiale sono fatti?

I sacchetti biodegradabili sono senz’altro migliori rispetto a quelli in plastica, perchè proprio come dice il nome sono in grado di biodegradarsi, ossia di decomporsi per effetto dei raggi solari o di altri agenti naturali. Il materiale di un sacchetto biodegradabile può essere di vario tipo: solitamente si tratta di una bioplastica, che può essere derivata dalle biomasse o da altre sostanze. L’importante è che il materiale si riesca a decomporre autonomamente, a differenza della plastica che invece se viene abbandonata nell’ambiente rimane tale e quale.

Sacchetti biodegradabili e compostabili: quali sono le differenze?

E’ importante fare chiarezza sulla differenza tra sacchetti biodegradabili e sacchetti compostabili, perchè è proprio su questo punto che si tende a fare ancora troppa confusione. Ancora molte persone sono convinte che un sacchetto biodegradabile sia adatto per la raccolta differenziata dell’umido, ma non è così.

L’unica differenza tra un sacchetto biodegradabile ed uno compostabile sta nel tempo necessario affinchè il materiale si deteriori. Si tratta però di una differenza importantissima, che non deve mai essere sottovalutata.

I sacchetti biodegradabili impiegano almeno 6 mesi per degradarsi completamente, ma in alcuni casi ci vogliono addirittura anni. Quelli compostabili invece si dissolvono interamente in molto meno tempo e non oltre i 3 mesi se a contatto con materiale organico.

Non solo: bisogna ricordare che un sacchetto biodegradabile non si degrada sempre al 100% ma solo al 90%. Ciò significa che una seppur minima percentuale di materiale ha un potenziale inquinante.

Dove buttare il sacchetto biodegradabile

Per i motivi che abbiamo appena visto, un sacchetto biodegradabile non si può utilizzare per la raccolta differenziata dell’umido. Anzi, deve essere buttato nella plastica, perchè in minima parte contiene materiali che potrebbero inquinare l’ambiente. Bisogna dunque prestare sempre attenzione e possibilmente munirsi di sacchetti compostabili che sono di certo più ecologici e meno pericolosi per l’ambiente.

Come abbiamo già visto in altri approfondimenti, il problema dell’inquinamento da plastiche e microplastiche è più attuale che mai e sta anche a noi cercare di porvi un freno, perchè nel nostro piccolo possiamo fare davvero molto per proteggere l’ambiente in cui viviamo.

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